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La Chiesa parrocchiale dedicata a San Michele Arcangelo ad Acireale,
edificata su disegno dell'architetto Stefano Ittar con il prospetto
in stile neoclassico
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Domenica 16
settembre la nostra comunità ha ricordato padre Orazio
Adamantino che tre anni fa è morto mentre era in viaggio in
Tunisia con alcuni componenti della nostra parrocchia.
La nostra comunità lo ha ricordato durante la Santa Messa delle
ore 19.00 con le parole del parroco don Venerando Licciardello.
Alla fine della Messa è stato benedetto un medaglione in bronzo
raffigurante Don Orazio, medaglione voluto dalla Famiglia
Adamantino e realizzato dal fratello Salvatore artista di chiara
fama.
Prima della benedizione e della dedicazione alla sua memoria del
saloncino d'ingresso un rappresentante del Consiglio Pastorale
della nostra Parrocchia ha pronunziato il seguente discorso:
Scrivo queste righe con il sorriso sulle labbra perché sento
di avere vicino una persona molto cara.
Friedrich von Schiller riteneva che“un sorriso non dura che un
istante, ma nel ricordo può essere eterno”.
È proprio vero: la forza generata da un attimo di gioia rivive
per sempre nel cuore e dà luce agli animi umani. Padre Orazio ci
ha donato tanti e tanti sorrisi, ci ha fatto commuovere e anche
sentire in colpa per le nostre arrabbiature.
Egli, invece, ha sempre conservato ed esaltato senza
ostentazione una solarità di cristianità e di fede.
È stato capace di amare tante persone, senza però legarle a sé,
ma sempre per portarle al Signore.
Questo è un esercizio difficile: la tentazione spesso, infatti,
è quella di ricondurre l’altro a sé, di capire dell’altro
soltanto ciò che è assimilabile ai propri pensieri, ai propri
gusti, alla propria esperienza, alle proprie aspettative. Padre
Orazio era e rimarrà sempre un amico e un maestro. Uno di quelli
che hanno la capacità di ridere delle cose ma al contempo di
ascoltare in silenzio i bisogni degli uomini.
Ha sempre avuto una “amorevole attenzione” al vissuto di ogni
persona; il suo è stato un rapporto dove la verità era sempre
esposta con pacatezza, in un confronto senza condanna,
nell’esercizio di virtù semplici ma importanti come: la calma,
il rispetto, la cordialità, la gentilezza. Tutto nella più
grande libertà e sempre con discrezione, senza invadenza o
ingerenza alcuna.
Giovanni Paolo II così esortava i fedeli: “Fate esperienza di
preghiera, lasciando che lo Spirito parli al vostro cuore.
Pregare significa concedere un po’ del proprio tempo a Cristo,
affidarsi a Lui, rimanere in silenzioso ascolto della sua
parola, farla risuonare nel cuore”. Perfetto interprete delle
parole del Beato Pontefice, Padre Orazio ha vissuto il suo
sacerdozio in un fedele rapporto con il Signore. Prima di
annunciare la fede agli altri, l’ha vissuta lui in prima
persona.
Ha, infatti, conservato nel suo cuore, pur nella molteplicità
delle sue occupazioni, “un angolo di preghiera” in cui unificare
tutto se stesso in un rapporto singolare ed affettuoso con il
Signore. Era fedele ai suoi momenti di preghiera vissuti in quel
silenzio che conferisce efficacia alla parola che si ascolta e
alle parole che si dicono.
È stata una persona capace di una grande generosità senza fare
mai pesare il suo aiuto. Era incapace, se richiesto di qualcosa,
di dire di no. E questo per la Diocesi, gli Scout, la
Parrocchia, per la scuola, per le innumerevoli Missioni in tutto
il mondo. Invitarlo era sempre un momento festoso: anche se gli
era costato un lungo viaggio. Malgrado ciò manifestando un
sorriso e un umorismo intelligente e benevolo.
Il viaggio nei passi della sua esistenza è metafora di crescita,
di incontro, di aiuto verso il prossimo, di infinita
solidarietà. Lungo questi meravigliosi sentieri del ricordo,
viaggio rivivendo la bellezza di ciò che è stato in tutti i
gesti di cristianità.
Non dimentico perché vivo eternamente nel sorriso, lo stesso che
ci ha donato in ogni istante e ha voluto ammirare negli occhi
dell’universo.
Grazie Padre Orazio, grazie per quello che hai regalato al
prossimo, grazie di essere stato tra di noi. |
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